Il fondatore Mons. Guglielmo Grassi
Mons. Grassi nacque a Genzano di Roma il 3 marzo 1868, trascorse la prima giovinezza tra la scuola e il laboratorio di sartoria del padre. A 21 anni entrò in seminario, uscendone a 26 sacerdote: fu ordinato infatti il 19 maggio 1894 nella chiesa cattedrale di Albano. Iniziò il ministero sacerdotale a Genzano, lo continuò poi a Roma, impegnandosi nella predicazione e nelle opere di apostolato sociale. Gli si stavano aprendo vie di più alte responsabilità apostoliche, quando fu chiamato dal vescovo di Albano, il Card. Agliardi, che gli propose la parrocchia di Marino ridotta in condizioni tristissime.
Rispose: “Accetto in via provvisoria”. Quel “provvisorio” durò quasi cinquant’anni, durò tutta la vita: evangelizzare e confortare con i sacramenti il popolo, che ha sempre bisogno di verità e di giustizia, fu il suo programma.
Quando don Guglielmo prese possesso della parrocchia, spirava letteralmente aria di catacomba: dovette svolgere infatti tutta l’attività apostolica nei sotterranei della basilica di San Barnaba dato che il suo predecessore, passato nelle file dei nemici della Chiesa, occupava abusivamente (e la situazione si trascinò per cinque anni) la canonica e ogni altra struttura. Quel pretino magro privo di mezzi, senza neppure una casa, inizialmente sembrò non dare ombra ai settari, padroni della piazza, del comune, di tutto. Don Guglielmo osservava e taceva; taceva e operava. Quando si accorsero del rinnovamento in atto, ci furono reazioni violente, “serenate” sotto le finestre della casa parrocchiale a suon di fischi e di pistolate, persino attentati con ordigni esplosivi. I cattolici insomma dovettero conquistarsi il “diritto alla vita”, affrontando anche sacrifici di sangue.
Con l’avvento del fascismo mutò la situazione politica, ma non mutò l’anima dell’apostolo: ossequiente all’autorità, ma geloso della dignità dei figli di Dio. Fu addirittura proposto per il confino politico, quando nel 1931, sciolte violentemente le associazioni di Azione Cattolica, uscì la famosa enciclica di Pio XI “Non abbiamo bisogno”. Rigorosamente vietata, venne stampata per intero nella tipografia S. Lucia, gestita dai “Discepoli di Gesù”, e diffusa per tutta l’Italia. La fedeltà al Papa costituì una delle caratteristiche essenziali della sua azione pastorale.
Il 24 febbraio 1937 fu consacrato Vescovo. Rimase parroco. Il vescovo diocesano l’aveva posto come condizione: Vescovo sì, tanto grandi erano i suoi meriti; a patto che restasse nella sua parrocchia. E parroco rimase, fedelmente, fino alla fine. Visse e morì povero; povertà e semplicità francescane volle negli Istituti da lui fondati i “Discepoli di Gesù” e le “Piccole Discepole di Gesù”.
Il motto benedettino “ora et labora” fu assunto da Mons. Grassi per i suoi figli spirituali. “Preghiera e lavoro, in un intreccio dolcissimo che toglie ogni stanchezza, nella santa armonia dello spirito e del corpo”.
Nel gennaio del 1944 lo sbarco degli Alleati ad Anzio, fu il preludio di giornate terribili; i bombardamenti si susseguirono giorno e notte. La popolazione si ridusse a vivere nelle grotte. Urgeva provvedere ai pubblici servizi, agli alimenti essenziali, all’acqua. E bisognava assistere i feriti, i malati, i bambini rimasti orfani. Le autorità comunali scomparse, sul posto a condividere le sorti della popolazione e provvedere alla necessaria assistenza, rimase il parroco e un gruppo di cittadini volenterosi guidati da Zaccaria Negroni.
Domenica 4 giugno 1944 finirono le ostilità, Mons. Grassi aveva celebrato in una grotta la sua Messa d’Oro.
Il 19 maggio 1954 ricorreva il suo sessantesimo anniversario di sacerdozio. Mons. Grassi ricevette una lettera del Papa Pio XII a firma di Mons. Montini, Sostituto della Segreteria di Stato, in cui agli auguri si univa l’elogio per l’esempio di virtù sacerdotali, il coraggio e lo zelo nell’adempiere il proprio dovere in tempi difficili. Fu l’estremo riconoscimento della Chiesa, per una vita tutta spesa al servizio di Dio e delle anime. Pochi mesi dopo, il 14 settembre 1954, festa della Esaltazione della Croce, Mons. Grassi passava da questa vita al cielo.
Il 15 aprile 1970, Papa Paolo VI, rivolto alle Piccole Discepole di Gesù durante un’udienza disse: “Tenete viva la memoria di Mons. Grassi, che ha fatto tanto bene, lasciando opere di apostolato. Farete bene a tenerne viva la memoria e l’opera”.
Il 19 novembre 2011 il Vescovo diocesano con una solenne Celebrazione eucaristica ha dato inizio ufficialmente alla fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di questo sacerdote e Vescovo esemplare.
Il 27 febbraio 2014, dopo sessant’anni dalla morte è stata riesumata la salma dalla cripta della Basilica. Fu grande tra i presenti lo stupore, la gioia e la commozione nel vedere il corpo conservato perfettamente integro.
Ora le sue spoglie riposano nella Basilica S. Barnaba a Marino, dove per quasi cinquant’anni ha svolto, senza risparmiarsi, la sua missione di padre, pastore e guida delle anime.